L'Associazione

L'associazione Finziade nasce nel novembre del 2008, fondata da un gruppo di giovani licatesi (archeologi e non) che, animati dalla passione per la storia e per l'archeologia, si pongono, come obiettivi primari, la tutela, la conservazione, la ricerca e la valorizzazione dell’immenso patrimonio archeologico presente sul territorio.

Come prima attività, l’Associazione ha promosso la realizzazione di una guida turistico-archeologica in formato cartaceo tascabile, tradotta anche in lingua inglese, nella quale vengono illustrati i principali luoghi di interesse paesaggistico, storico-artistico, archeologico, presenti a Licata, senza però tralasciare le tradizioni culturali, segno tangibile di contatti esterni con etnie e popoli di varia provenienza.

Licata è situata sulla costa centro-meridionale della Sicilia, alla foce del fiume Salso, identificato con l'antico Himera meridionale, uno dei pochi fiumi d'Italia che, a causa dell'attraversamento di giacimenti di salgemma, situati nella parte interna dell'isola, è rinomato per l’elevata salinità delle sue acque.

Il fiume, il più lungo di Sicilia ed il secondo bacino idrografico dopo quello del Simeto, divide in due l’isola, e nel suo tratto finale percorre l'intera piana di Licata prima di gettarsi nelle acque del Canale di Sicilia. La centralità di quest’area nel bacino del Mediterraneo, la presenza del fiume e di numerose sorgenti d’acqua dolce e sulfurea che sgorgano dalle colline circostanti la piana, è stata determinante per la fioritura di insediamenti umani che, dall’età Neolitica ad oggi, oltre alle attività di sussistenza, sono stati il fulcro di intensi traffici commerciali.

In considerazione di quanto detto, crediamo che la memoria del passato e delle origini sia importantissima per qualsiasi comunità che si ritenga civile, garantendone la trasmissione alle generazioni future.

Per questo motivo proponiamo la programmazione di nuove campagne di ricerca archeologica, mirate allo studio, alla conservazione e alla valorizzazione del territorio.

Nonostante la nostra sia un’associazione prevalentemente archeologica, l’attività di tutela e salvaguardia non riguarderà solo i siti archeologici, ma mirerà, ove possibile, ad un ripopolamento floristico e faunistico delle aree desertificate, cercando di ricostruire scorci di paesaggio antico.

L’attuazione di questo progetto prevede il coinvolgimento e l’interazione tra scienze e professionalità diverse fra loro, con la collaborazione diretta di tutte le realtà di volontariato, fondazioni o enti di varia natura.

Per questo motivo nel novembre 2011 l'associazione aderisce ai Gruppi Archeologici d'Italia, organizzazione nazionale che ha il compito di promuovere il patrimonio archeologico nazionale in rete tra le varie sedi sparse in tutta Italia.

Dal 2013 la Finziade collabora con la Soprintendenza del Mare per la ricerca e la valorizzazione archeologica del patrimonio archeologico subacqueo. Da questa collaborazione fortemente voluta da Fabio Amato, già direttore del Gruppo Archeologico Finziade, e da Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare , ricercatore di fama internazionale scomparso nel 2019 nell’incidente aereo dell’Etiopian Airlines, è nato il Museo del Mare di Licata, che ospita i reperti provenienti dalle recenti indagini eseguite dalla Soprintendenza del mare e dal Gruppo archeologico Finziade.

Sempre dall’anno 2013 l’associazione ha fondato una sezionede dicata alla valorizzazione delle vicende legate allo sbarco alleato sulle coste licatesi. Da quel momento le ricerche in mare si sono concentrate anche sui relitti della secondo guerra mondiale, di cui è molto di testimonianze il golfo di Gela/Licata , ed è stata avviata una raccolta di cimeli della seconda guerra mondiale, che hanno trovato posto in un allestimento temporaneo realizzato dai soci del Gruppo Archeologico in collaborazione con la locale Proloco, con la quale si collabora dalla costituzione per lo svolgimento di escursioni turistiche e trekking di visita dei principali siti di interesse.

Lo scopo è quello, non solo di sensibilizzare la comunità locale, ma anche un elemento di traino per l’economia e per lo sviluppo turistico della nostra regione.