SPIAGGE E SCOGLIERE

Ad est della foce del fiume Salso inizia la vasta spiaggia delle Plaia, arenile ricco di sabbia fine e dorata, nella quale si affacciano diversi insediamenti turistici, hotel, camping e lidi balneari. Circa 4 Km di estensione le assegnano il primato di "spiaggia più lunga di Licata".

Quella di Marianello è invece la prima spiaggia che si incontra subito dopo la città, ad ovest del porto peschereccio, comoda per chi non ha la possibilità di allontanarsi dal centro abitato. A caratterizzare il paesaggio di questa bellissima insenatura lunga circa 1 Km e mezzo, è la presenza, proprio a ridosso dell'arenile, di un vasto fronte scosceso argilloso (in dialetto le "timpe") solcato dalla continua erosione. La bellezza dei luoghi, la presenza di tre lidi balneari attrezzati turisticamente e la facilità d’accesso e di posteggio, possono bene indurre a trascorrervi qualche ora di sereno relax.

Procedendo sempre verso ovest, si incontra la Nicolizia, un posto incantevole, selvaggio, poco frequentato e privo di servizi turistici, con distese di posidonia oceanica, a mare, e di macchia mediterranea, sulla terraferma, ideale per chi ama la natura e per chi intende praticare immersioni ed esplorare i fondali ricchi di flora e fauna marina. Una particolarità del luogo sono le "balatazze", i caratteristici scogli piatti che affiorano a pelo d’acqua, tra i quali si raggiungono anche i 5 m di profondità.

Subito dopo si arriva alle Colonne, una caletta in ghiaia, protetta da un piccolo golfo, un porticciolo naturale frequentato a partire dall’età del Rame, come testimoniano i reperti ritrovati in loco ed esposti al Museo archeologico di Licata. Un mare incontaminato, angoli appartati e suggestivi, poco frequentati e privi di servizi turistici, sono quelli che si incontrano in tutto il tratto di costa che va dalle Colonne fino alla Caduta di Mollarella: scogliera e calette accessibili solo tramite barca o sentieri tortuosi e poco praticabili.

Giunti all’incantevole Baia di Mollarella, assistiamo ad un cambiamento brusco e netto nella composizione del paesaggio: una insenatura protetta da un golfo, riparata anche quando in altre spiagge soffia il forte vento, con fondali bassi e sabbiosi, servita da numerosi stabilimenti balneari, aree di sosta, alberghi, residence ed altre strutture ricettive, all’interno delle quali si riversano turisti di diversa provenienza. Il sito, per le sua posizione favorevole, fu scelto come approdo naturale da naviganti greci, cartaginesi, romani e medievali, come testimoniano le tracce di un piccolo molo scavato tra gli scogli e di fosse di combustione per la segnalazione del porto, individuate in prossimità del promontorio che separa la Mollarella dalla Poliscia.

Quest’ultima è una piccola baia sabbiosa, curata e accogliente, grazie agli stabilimenti balneari che sorgono a non molta distanza l’uno dall’altro. E’ battuta dai venti di ponente, caratterizzata dalla presenza di scogliere alle due estremità, e riparata a nord da una montagna, sede sicuramente di un antico abitato ellenistico non ancora individuato. L’etimologia del toponimo è infatti greca: Poliscia (Polis-Kia) si traduce in "fondazione di città" e a conferma di ciò, sul bagnasciuga, sono stati rinvenuti i resti di un santuario e di una necropoli greca di VI secolo a.C., i cui reperti sono esposti al museo archeologico di Licata.

La spiaggia di Torre San Nicola, prende il nome dall’omonimo avamposto di avvistamento cinquecentesco eretto sulla collina, a ridosso dal mare. E’ una zona ricca di scogli, tra i quali campare una piccola baia sabbiosa, frequentata da molti turisti, che la scelgono per la bellezza del suo mare, la particolarità del paesaggio e la prelibatezza dei piatti di pesce cucinati al ristorante del lido Cala del Re.

Un rapido alternarsi di spiagge, scogli e piccole insenature, si giunge all’isolotto di San Nicola, una rupe marittima di rara fattura, ricoperta da macchia mediterranea e popolata da una miriade di gabbiani e colombi. Sulla sua sommità si riconoscono le tracce di insediamenti risalenti al periodo greco-romano e, come per il promontorio di Mollarella, l’isola in origine doveva essere unita alla terraferma da una striscia di sabbia che costituiva un’insenatura adatta ad essere utilizzata come porto naturale. I fondali di quest’oasi selvaggia custodiscono relitti di varie epoche e solo alcuni, tra i reperti individuati, sono stati recuperati, nel corso di campagne archeologiche subacquee, ed esposti presso una sala del museo archeologico di Licata. La spiaggia è riparata da una parete di arenaria, alta circa 10 m, ricoperta dalla fitta vegetazione a canneto. Due lidi assicurano i sevizi di ristorazione, animazione e noleggio.

Proseguendo verso ovest la spiaggia è conosciuta con il nome di Pisciotto, ma il paesaggio è identico a quello precedente: mare cristallino, lo strapiombo prodotto dall’erosione del mare e dagli agenti atmosferici, e il canneto, che deve la sua esistenza alla presenza di una sorgente di acqua dolce, a pochi metri dal mare. Più avanti, la sistemazione di frangiflutti ha creato piccole calette, comunemente chiamate "laghetti" o "piscinette", dove l’acqua è sempre limpida. Buona parte della spiaggia è a fruizione libera, anche se non mancano gli stabilimenti balneari che la rendono accogliente e ben servita.

Torre di Gaffe, invece, è un piccolo borgo, abitato solo nella stagione estiva, situato al confine tra il territorio di Licata e quello di Palma di Montechiaro, che prende il nome dall’omonima torre di avvistamento del XVI secolo. E’ la spiaggia preferita dagli amanti del surf e del kitesurf, l’ambito santuario del vento, considerato da molti come il punto più ventoso di Sicilia.